lunedì 27 febbraio 2012

Impostori (tautogramma con la I)




In Irlanda, incantevole isola irregolare (include innumerevoli insenature), in inverno inoltrato incontrai Isotta.
Infermiera irriducibile, inginocchiata impugnava intrugli incolori, imbevibili; incoraggiandomi insultava:
Ingerisci, idiota!
Improponibile – infilzato, insanguinato, inspiravo immaginandomi instradato in itinerari infernali[1].
Impegnati! – Isotta incitava, imprecava. – Incapace!
Intelligentissimo Iddio – imploravo, – interrompila.
– Inutile invocare idoli immortali, ingurgita! – impartiva istruzioni, insisteva. Imbecille!
Ingoiando, incamerai immediatamente impeto: Incredibile! Irrigidimento, indifferenza, ignavia indietreggiano! – inarcandomi insù, innalzandomi illeso interrogai Isotta, incalzante: – Indigena?
Indovinato.
Impegnata?
Idem.
– Insomma – intuii, – impenetrabile.
– Infatti.
Invece ieri Isotta invertì idea; imbarcati insieme, inghiottimmo idromele incantato, innamorandoci.
Ispiravo improvvisamente impudicizia. Infoiata, Isotta intonava inviti indecenti:
– Inaugurami, impollinatore incallito. Insegnami intrattenimenti insudicianti.
– Incapperemmo in incomprensioni – ipotizzavo, – istigheremmo impiccioni invidiosi! – intravedevo impedimenti. – Isotta, inganniamoli: innanzitutto incappucciamoci; indossiamo indumenti indecorosi, insoliti. Irriconoscibili, intrallazzeremo inosservati.
Ingegnoso.
Infine intenderei… – impazzivo indugiandole innanzi, – inchiappettarti.
– Illuso.


[1] Tristano è sul punto di morire, come merita chiunque faccia del male ai draghi.

martedì 14 febbraio 2012

Poffarbacco! (tautogramma con la P)


Personalità psicotica, parla producendo pernacchie. Piuttosto povero, possiede parenti prosperi però pidocchiosi (portano paltò per pezzenti pur padroneggiando palazzi pressappoco piramidali, predisposti per proteggere prodotti pregiati, pietre preziose, palanche).
Perdente, pasticcione, piace perché parodia perfetta per parecchie persone.
Porta papillon, passeggia perennemente presentandosi pennuto, pallido. Predilige pennichelle pomeridiane.
Piccola, – proponeva Paolino Paperino pregustando pathos, – posso penetrarti?
Purtroppo, – pensando pretesti plausibili, – percepisco problemi pesantissimi: patologie pancreatiche.
Paperina, – pregandola, – per piacere perlomeno permettimelo: potrei palparti?
Proibito.
Perché?!
Puzzi, porti pegola, – Paperina palesò perfidia, – pelandrone patentato!
Poiché permaloso Paolino Paperino partì, picchiandola, Paperina paralizzata protestava, Paperino proseguiva prepotentemente perfino pestandola; pericoloso, pazzo, pronunciava parole proprio perverse, parolacce popolari per “prostituta”.
Perdonami!
Purché paghi, – proferì Paperino placandosi, – perciò procurami pecunia per pranzare.