martedì 2 aprile 2013

Moine medievali (tautogramma in M)

Megera mezza matta, maga Magò maciullava millepiedi, molluschi; mutilava muli, maiali, mucche, mozzandogli musi. Molti miscugli mefitici miscelava maneggiando mestoli, mescolando minestre maleodoranti.
Malgrado macchinasse marachelle macabre, malinconica meditava:
Mi manchi. Martedì mi mandi mimose marcite, mercoledì mattina marionette monche. Ma mostrarti mai, mio mentore? Mica macchierai mutande masturbandoti?!
Madame! – mago Merlino meravigliò maga Magò materializzandosi miracolosamente. – Mi menzionavi?
Mascalzone.
Mia malvagità, – mormorò Merlino molestandola, – mietitrice mortale, mefistofelica marmellatina muffita, – morsicava, mugolava mentre mordeva maga Magò.
Mollami.
Mi minacci?
Macché: musica maestro!
Mediante melodie magnifiche, mostri metà mannari metà menestrelli mossero Magò momentaneamente migliorata mettendosi minigonna, maglietta modaiola, mascara. Magò manipolava Merlino, maschio matusa, metaforizzando melensaggini mature.